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"Sedimenti inVersi" nasce dalle pagine d'un diario interiore rimasto a lungo silente ma mai sopito, attraverso cui l'autrice compie una riflessione sullo stare al mondo. Decantate dal tempo, le emozioni riaffiorano, la loro memoria si fa sostanza di meditazione. L'occhio interno del poeta può ora indagarle con sereno distacco, il suo io, depurato della voce autoriale, avviare un dialogo poetico con un tu vago e indefinito. La parola vivida, affilata, diventa metafora d'un sentire comune nel quale il lettore può riconoscersi. Un linguaggio leggero, privo di ampollosità lessicali, che plasma la materia emotiva attraverso i sensi: così possiamo sentire, toccare, vedere l'uomo nel suo essere o nel suo divenire. Una poesia, quella che caratterizza questa raccolta, che parte dai moti più intimisti per approdare a un sentimento di sofferta comunanza, giacché tutti siamo un po' animi spersi; travolti senza distinzioni da un senso di fragilità intensa, di permanente instabilità, condizioni queste che, se pure immanenti all'essere, connotano in maggior misura questi nostri tempi.